A cura di Lorenzo, 20 gennaio 2009
Secondo appuntamento targato Keep It Yours al Rashomon Club e secondo obiettivo centrato. Stipare tutta quella gente in una sola stanza è indice di tanto impegno e di una meritata gratificazione per questa nuova realtà romana. A proposito di romani. Tornano all’opera i San La Muerte, dopo aver aperto negli ultimi mesi ai Runners e agli Yeti dell’ex-libertino John Hassall. Ogni volta che questa band calca il palco riceve una buona dose di applausi. Che siano loro la nuova promessa dell’indie-rock italiano? Pezzi come Summer 85 e Castor-Pollux sono prove più che valide. Soprattutto con l’ultima si sono raggiunti livelli di eccitazione tra i presenti simili a quelli preventivabili per i più esperti colleghi inglesi, che da lì a poco avrebbero preso il posto dei San La Muerte sul palco. I cinque ragazzi romani salutano con Say e arriva il momento tanto atteso.
I Paddingtons salgono sul palco accompagnati da dieci bottiglie di birra e già si capisce che lo show sarà molto “intenso”.La tripletta iniziale è micidiale. Si parte con uno dei pezzi più interessanti dell’ultimo album, Punk R.I.P.. E' poi il turno del singolone 50 To A Pound, passando per l’energetica Stand Down, uno dei pezzi-cardine del nuovo album "No Mundane Options". I cinque di Hull provano di essere una band da locale. La loro esibizione è di gran lunga migliore di quella del settembre scorso al Gravity Fest. Prima di tutto diminuiscono i problemi tecnici, fatta eccezione per alcuni fastidi ad una delle chitarre. Inoltre la voce di Tom Atkin sembra un’altra rispetto a quella di qualche mese fa. Non è infine da sottovalutare la concezione spaziale del Rashomon: palco basso e pubblico a ridosso dei musicisti. In sintesi: adrenalina allo stato puro per un gruppo garage-punk come i Paddingtons.
Le due chitarre si intrecciano in quelli che certo non possono essere definiti virtuosismi. Bensì viene a crearsi un muro di suono dai tratti isterici, accompagnato dalla rabbiosa voce di Tom Atkin, capace di sostenere gli urletti in falsetto di Molotov Cocktail per poi ripiombare sulle tonalità punk dell’esplosivo ritornello di Shame About Elle. Se i primi tre pezzi avevano riscaldato il pubblico, gli ultimi due incendiano l’atmosfera del Rashomon, già carica di adrenalina. What’s The Point In Anything New? con i suoi “Hey you!” è un’esortazione diretta al pubblico a dimenarsi, mentre Panic Attack è il colpo decisivo, probabilmente fatale, per chi si trovava al centro della sala ed era stato già travolto più di una volta dal pogo.
Dispiace vederli lasciare lo stage, ma ci si consola subito con le sonorità electro del Djset di Noize Invasion o tornando in macchina per riascoltare di nuovo i Paddingtons, capaci di regalare un’ora di divertimento allo stato puro. In realtà il sollievo più grande lo si ha dando un’occhiata alla locandina affissa fuori dal locale: il 30 gennaio Keep It Yours ospiterà gli Eight Legs. Si ripeterà quanto visto con i Paddingtons?
Si ringrazia Giulia Manta per la fotografia
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