mercoledì 24 giugno 2009

30.01.2009 Eight Legs + Milk White @ Keep It Yours, Roma

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Eight Legs a Roma… Questa volta sarò di parte, mi dispiace per chiunque non abbia a cuore quanto me questi quattro ragazzi da Stratford-upon-Avon. Sotto Weekender Records hanno pubblicato un ottimo album di debutto e per maggio dovrebbero ripetersi con il secondo lavoro. Da quando sul mio pc sono passati quei 15 minuti di These Grey Days pensati per una sfilata di Dior Homme è stato amore a primo ascolto. Dopo averli intercettati in estate a Londra e averli seguiti nel fango del Frequency Festival a Salisburgo era impossibile perdersi il primo concerto capitolino degli Eight Legs. Ad aprire ci sono i Milk White. Graffianti, a tratti ricordano la violenza di alcuni brani degli Yeah Yeah Yeahs. Il pubblico è sulle prime un po’ timido, ma più si avvicina il momento dei “main eventer”, più sale l’eccitazione al Rashomon.

Eight Legs

L’applauso che accoglie gli Eight Legs cozza con il destino che la dea Fortuna ha voluto riservare ai primi minuti dei quattro di Stratford. Infatti, fermo restando il mio spassionato amore per questa band, qualcosa non funziona al Rashomon Club. I microfoni fanno i capricci e il frontman, Sam Jolly, si innervosisce comprensibilmente. Alla maledizione scampano per fortuna il singolone Blood Sweat Tears e Staring At The Sea. L’urlo che segue Wear That Shirt, pezzo dal quale è iniziata la risalita qualitativa dell’esibizione, piena di brani dell’ancora inedito secondo album, è significativo. Una liberazione dopo aver visto andare in fumo i primi 4/5 pezzi in scaletta. Ma gli Eight Legs ci sanno fare e da quel momento in poi si muovono indemoniati sul palco, sopperendo ai problemi iniziali con lo spettacolo puro. Il più attivo è senza ombra di dubbio Jack Warthon, prima chitarra. Prima viene caricato sulle spalle dal pubblico, chitarra compresa, sulle note di These Grey Days, per poi tornare al suo posto sulla conclusione. Poi quello che non ti aspetti. Una veloce arrampicata su due casse e un salto nel vuoto, o meglio, tra le braccia del pubblico. Il risultato è un paio di occhiali per terra, un naso sanguinante e Jack sano e salvo, di nuovo sul palco per raccogliere i saluti del pubblico romano con un sorriso tra lo sbeffeggiante e il preoccupato (per le sorti del malcapitato tra il pubblico). “Fortunatamente” si scoprirà che ad essere colpito è stato il tour manager dell’agenzia Antistar. Meglio non pensare a cos’altro sarà stato sottoposto durante il resto del minitour italiano, che comprendeva anche le tappe di Firenze e di Modena.

Dopo il rituale lancio del plettro da parte del cantante lo stage resta così, vuoto e un po’ desolato. Ma gli Eight Legs non sono scomparsi. Li potete trovare fuori a farsi due chiacchiere con il pubblico, ormai fedele frequentatore delle serate “Keep It Yours”. Ah dimenticavo! Se il vostro sogno è quello di trasformare per una sera la vostra casa nel backstage di un concerto rock, provate a convincere gli Eight Legs… A quanto pare il divertimento sarà garantito!

Si ringrazia Keep It Yours per la fotografia


A cura di Lorenzo, 14 febbraio 2009

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